PNRR e fondi strutturali, un equilibrio quantistico

"L’Europa è a un bivio. Si trova di fronte a sfide inedite, ma allo stesso tempo di fronte a opportunità uniche: la ripresa dalla pandemia, la rivoluzione digitale, l’economia verde con al centro le persone. La qualità dell’amministrazione pubblica sarà cruciale". Si apre così la prefazione della Commissaria europea alla Coesione e alle Riforme, Elisa Ferreira, al documento con cui la Commissione europea traccia una guida per accompagnare le pubbliche amministrazioni degli Stati membri nell’attuazione delle riforme dei prossimi anni. Riforme necessarie non solo per cogliere le opportunità del presente, ma soprattutto per farsi trovare maggiormente preparati nell’affrontare le sfide di un futuro alquanto incerto.

Di fatto, l’enfasi posta dalla Commissaria sulla centralità della ‘cosa pubblica’ (intesa non solo nella sua natura animistica, ma anche in quella quantistica) mette un punto fermo sulla necessità di azioni dirompenti per la qualificazione della pubblica amministrazione. Azioni non più rinviabili o arginabili da logiche di rendita di posizione e di resistenza al cambiamento.

Crozier e Friedberg sostenevano che il potere non è una variabile indipendente e "gli attori sociali collettivi perseguono il potere nel senso di ricerca di autonomia e di libertà di azione al fine di favorire i propri interessi quali che essi siano, cercando di instaurare forme organizzative a essi favorevoli". Questo evidenzia che, se da un lato le forme di resistenza al cambiamento costituiscono la prassi, le forme di incentivazione verso nuovi equilibri più favorevoli possono costituire una leva per il superamento delle possibili barriere all’ingresso dell’innovazione. In questo senso l’affermarsi di fattori esogeni significativi quali, ad esempio, il cambio di paradigma tecnologico, la nuova attenzione mainstream ai temi della sostenibilità del pianeta e la stessa pandemia, fanno emergere una crescente complessità delle politiche pubbliche e del ruolo della finanza pubblica nel fronteggiare nuovi bisogni e sostenere aree a fallimento di mercato sempre più ampie. Tale maggiore complessità ingenera una leva motivazionale al superamento delle barriere al cambiamento senza precedenti: lo abbiamo visto con il cambio di paradigma delle politiche europee (da rigoriste a keynesiane); lo ravviseremo probabilmente nella fase attuativa degli investimenti delle risorse europee, a prescindere dalla loro natura (PNRR e fondi strutturali); lo vedremo necessariamente per gli investimenti in qualità istituzionale. Di fatto la qualificazione della pubblica amministrazione, da obiettivo strategico di medio periodo, è diventata una vera e propria questione di sopravvivenza e conservazione evolutiva delle comunità.

A supportare questa ipotesi di riflessione proviamo a dare due chiavi di lettura: i dati sullo status quo della qualità istituzionale in Europa; il ruolo della pubblica amministrazione quale reale leva abilitante del più grande pacchetto di stimoli e coesione mai messo in campo dall’Unione europea nella sua storia.

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