Proteggere i diritti umani e la salute pubblica nella lotta al COVID-19
«Abbiamo chiaramente bisogno di forti risposte di sanità pubblica per proteggere la vita durante la pandemia. Possiamo tuttavia proteggere la nostra salute, rispettando i diritti umani. Non è un gioco a somma zero» queste le parole del direttore dell’Agenzia dell’Unione Europea per i Diritti Fondamentali (FRA) Michael O’Flaherty.
Il bollettino di FRA “Pandemia di coronavirus nell’UE: implicazioni per i diritti fondamentali” si pone precisamente l’obiettivo di esaminare le misure adottate dagli Stati membri della UE per far fronte alla pandemia in corso e le sfide che tali misure pongono ai diritti fondamentali. Quattro gli ambiti analizzati: l’impatto delle misure sulla vita familiare, sul diritto di movimento e di riunione, sui diritti in campo lavorativo, sul diritto alla salute e all’istruzione; l’impatto delle strategie intraprese sui gruppi vulnerabili, quali gli anziani e i bambini, le persone con patologie preesistenti, i Rom, i rifugiati, i senzatetto, i carcerati e le persone negli istituti; l’aumento degli episodi di razzismo legati al diffondersi del contagio, in particolare nei confronti di persone ritenute di origini asiatiche; le politiche in materia di contrasto alla disinformazione e per la tutela dei dati personali. Il report mette, dunque, in evidenza gli approcci a questa grande sfida che siano rispettosi dei diritti al fine anche di fornire indicazioni agli altri Stati membri.
Questo è il primo di una serie di tre bollettini trimestrali comparati che FRA intende pubblicare su questo tema. È disponibile, inoltre, un report specifico per ognuno dei 27 Stati membri della UE, curato dalla rete di esperti multidisciplinari FRANET che supporta l’operato dell’Agenzia. Il report per l’Italia è stato realizzato dalla Fondazione “Giacomo Brodolini”, in quanto national contractor di FRA.
Qui il comunicato stampa in italiano, qui il rapporto comparato di FRA, qui il rapporto sull’Italia.