
Mobilità. Serve uno sguardo di genere, primi dati da FGB
I dati ci dicono che le donne nell'Unione europea preferiscono usare i trasporti pubblici urbani e i treni extra urbani (31%, gli uomini sono il 24%), o spostarsi a piedi, mentre gli uomini scelgono più volentieri mezzi di trasporto privati. Stando a Eurobarometro, d'altronde, più uomini (59%) che donne (49%) possiedono un’auto privata, anche se nell’ultimo decennio le donne che usano l'auto ogni giorno sono aumentate. Differenze di genere si evidenziano anche riguardo ai motivi degli spostamenti. Gli uomini viaggiano più spesso per scopi personali, incluso il tempo libero, mentre le donne si spostano prevalentemente per attività di cura e di assistenza.
I modelli di mobilità delle donne sono inoltre più complessi di quelli degli uomini. Richiedono mezzi di trasporto vari perché le donne sono le principali responsabili della cura all'interno delle famiglie (mobility of care). A questo si aggiunge che le donne usano di più il trasporto pubblico perché più difficilmente hanno la patente di guida e ancor più raramente hanno a disposizione un’automobile (uno degli aspetti che definisce il concetto di transport poverty).
È proprio a causa del più frequente utilizzo dei mezzi pubblici, che le donne sono più interessate alla qualità del servizio. Un servizio che non reputano soddisfacente.
Le donne sono anche più attente alle questioni ambientali legate al trasporto e più interessate alla mobilità sostenibile (61% contro il 55% degli uomini) sempre secondo Eurobarometro, anche se, sappiamo dalla letteratura sul tema, mostrano meno entusiasmo degli uomini nei confronti di tecnologie innovative, come i veicoli elettrici e i veicoli automatizzati. Tale avversione sembra legata soprattutto a questioni di sicurezza.
Un nuovo studio del Parlamento europeo, realizzato dalla Fondazione Brodolini, conferma questo quadro e fa il punto su donne e trasporti in Europa. Basato sui dati disponibili più recenti, lo studio intitolato Women in transport adotta una duplice prospettiva, considerando: da un lato, le donne come utenti di servizi e i loro bisogni specifici, e dall’altro, le barriere che ostacolano una presenza più cospicua di occupate nel settore dei trasporti.