L'occupazione femminile nel mercato delle nuove competenze

ll mercato del lavoro è investito da una profonda trasformazione che coinvolge in maniera trasversale i settori e le professioni, con notevoli criticità nel reperimento delle professionalità richieste. L’occupazione femminile, già penalizzata sul mercato del lavoro, si trova a fronteggiare le vecchie e nuove sfide, ma anche a cogliere le opportunità offerte.

In questo quadro, istruzione e formazione sono un fattore chiave. I dati ci dicono infatti che il divario occupazionale di genere si riduce con il livello di istruzione. Sappiamo che in Italia, a differenza dei maschi, i tassi di occupazione sono particolarmente bassi tra le donne più giovani senza un diploma di scuola secondaria superiore. E che sono occupate il 74,7% delle donne con laurea contro il 31,6% delle donne con la sola licenza media. Formazione e sviluppo delle competenze offrono quindi un mezzo per ampliare le scelte occupazionali, anche se quote più elevate di donne nelle attività formative non si traducono automaticamente in quote più elevate di occupazione femminile.

Le condizioni di fragilità del mercato del lavoro femminile in Italia – il tasso di occupazione femminile più basso dell’Ue (con differenziali enormi fra Nord e Sud del paese), part-time involontari e precarietà, carriere lavorative interrotte per maternità e lavoro di cura, segregazione orizzontale e verticale e divari salariali di genere – sono riconducibili all’interazione fra fattori di domanda e di offerta. Mancata condivisione dei lavori di cura e stereotipi sui ruoli – che definiscono le attività che ciascuno dei due sessi può o non può fare – influenzano la scelta occupazionale e, ancora più a monte, le scelte formative delle donne

Continua su inGenere