Valutare la formazione continua, un'indagine su 4.500 imprese

Fondazione Giacomo Brodolini, in collaborazione con il Dipartimento di Statistica, Informatica e Applicazioni “G. Parenti” dell’Università di Firenze e di Teleperformance Knowledge Services (TPKS), lancia il primo studio per valutare il ritorno degli investimenti nella formazione erogata a lavoratrici e lavoratori.

Valutare la formazione continua significa misurare gli effetti generati dalla spesa in formazione per lavoratrici e lavoratori, e si impone, ormai da anni, come esigenza imprescindibile in ogni occasione di confronto con istituzioni, imprese e fondi interprofessionali. 

Per le sue stesse caratteristiche, la formazione continua è tuttavia un elemento difficile da valutare: gli interventi sono spesso di breve intensità, frammentati nel corso dell’anno, realizzati coinvolgendo numerosi attori (a volte è l’impresa stessa che eroga la formazione, altre volte un soggetto esterno) e attingendo a diversi canali di finanziamento (fondi interprofessionali, fondo sociale europeo, risorse proprie).

Anche identificare quali risultati esaminare è estremamente complesso, perché la formazione continua può essere intesa sia come una politica industriale, orientata al miglioramento delle performance aziendali e del sistema produttivo, sia come politica attiva del lavoro, finalizzata quindi alla soddisfazione delle lavoratrici e dei lavoratori e al benessere sociale.

Si tratta, in sintesi, di un lavoro tanto necessario quanto delicato, che fino a questo momento non è mai stato intrapreso in maniera strutturata e rigorosa.

Fondazione Giacomo Brodolini ha deciso di raccogliere questa sfida: attraverso una nuova metodologia in fase di implementazione, sarà possibile determinare e quantificare gli effetti della formazione continua in chiave di politica industriale e del lavoro. In altre parole, si potrà valutare quanto l‘investimento in formazione abbia contribuito ad accrescere la competitività e la produttività delle imprese e a migliorare la soddisfazione e il benessere delle lavoratrici e dei lavoratori.

Il caso pilota è rappresentato dalla formazione finanziata a valere sugli avvisi di Fondo For.Te, il più importante tra i fondi interprofessionali per la formazione continua in Italia. Per completare l'insieme di dati a disposizione, è in corso la somministrazione di questionari a un campione di oltre 4.500 imprese aderenti al fondo e alle persone che ci lavorano.

Questa prima fase permetterà, da un lato, di ricostruire le esperienze formative nel corso degli ultimi anni (sia quelle finanziate dal fondo sia quelle realizzate tramite altre risorse, pubbliche o proprie dell’impresa) e, dall’altro, di misurare aspetti quali la soddisfazione e il benessere.

Si procederà poi con l'analisi dei dati raccolti tramite una metodologia di tipo controfattuale, attualmente in fase di sperimentazione, che costituisce il primo tentativo di isolare l’effetto netto della formazione finanziata dai fondi interprofessional, e che sarà ottimizzata sulla base dei risultati delle rilevazioni (che verranno resi pubblici già a partire da ottobre 2023), con l’obiettivo di renderla scalabile e replicabile.

Auspicabilmente, questo caso pilota sarà il primo di una serie di studi che potranno validare gli investimenti in formazione anche per altri attori che finanziano la formazione continua.